EMDR dialogo tra i terapisti
Negli ultimi anni, con l’affermarsi dell’EMDR (EyeMovementDesensitizationReprocessing) come approccio terapeutico consolidato, sono stati formati nel mondo più di 80.000 terapeuti di matrice psicoterapeutica diversa, 1600 soltanto in Italia. Un così ampio interesse per questo metodo potrebbe far rilevare che proprio nell’EMDR i terapeuti, seppure di differente formazione, abbiano ricercato e intravisto uno strumento per poter avviare un dialogo, costruttivo e non soltanto oppositivo, iniziando a considerare la patologia attraverso un nuovo e integrante punto di vista.
Il paradigma dell’Elaborazione Adattiva dell’Informazione messo a punto da Francine Shapiro parte dal presupposto che i fenomeni patologici dipendono da esperienze disturbanti del passato che avviano un modello permanente di emozioni, cognizioni, comportamenti e le strutture di identità che ne conseguono. Il paradigma, pertanto, offre una teoria unificante che può essere considerata come substrato per tutti gli orientamenti terapeutici quando si definisce la patologia come informazione immagazzinata in modo disfunzionale e che può essere adeguatamente integrata attraverso un sistema di elaborazione e risoluzione adattiva, attivato attraverso il protocollo EMDR.
Questo è il primo testo che affronti il tema assai vivo e di attualità dell’integrazione fra i diversi orientamenti psicoterapeutici attraverso un metodo eclettico quale l’EMDR. I contributi degli autori – rappresentanti delle principali scuole di pensiero attualmente presenti nel mondo della psicoterapia italiana – tracciano un percorso di lettura che dimostra come i costrutti teorici e il protocollo EMDR siano compatibili ed efficacemente integrabili con i maggiori nuclei teorici, tradizionali e innovativi. E sono proprio l’elaborazione dei vissuti e i nuovi e più adattivi insight dei pazienti che si attivano attraverso l’approccio EMDR a poter consentire ai terapeuti di capirsi e di utilizzare un linguaggio comune .Negli ultimi anni, con l’affermarsi dell’EMDR (EyeMovementDesensitizationReprocessing) come approccio terapeutico consolidato, sono stati formati nel mondo più di 80.000 terapeuti di matrice psicoterapeutica diversa, 1600 soltanto in Italia. Un così ampio interesse per questo metodo potrebbe far rilevare che proprio nell’EMDR i terapeuti, seppure di differente formazione, abbiano ricercato e intravisto uno strumento per poter avviare un dialogo, costruttivo e non soltanto oppositivo, iniziando a considerare la patologia attraverso un nuovo e integrante punto di vista.
Nel Testo un capitolo dal titolo IPNOSI E EMDR IN PSICOTERAPIA: UN’INTEGRAZIONE POSSIBILE a cura di
Elisa Faretta e Piero Parietti
Nel capitolo gli autori descrivono come nell’evolvere dei tempi l’ipnosi, in quanto possibile strumento terapeutico, si è sviluppata attraverso un excursus altalenante, legato ai diversi momenti storici e culturali che hanno consentito diverse modificazioni e sviluppi nell’ambito di tale disciplina.Nei suoi primi sviluppi l’ipnosi si avvaleva unicamente di “tecniche di induzione dirette”. In tempi più recenti sono subentrate, andando progressivamente affermandosi, delle modalità induttive di derivazione principalmente Ericksoniana, definite come “ indirette”. Successivamente, attraverso una progressiva scrematura delle componenti magiche e misteriose che hanno accompagnato per anni la disciplina, l’ipnosi è andata gradualmente conquistandosi uno status sempre più significativo all’interno del contesto delle tecniche terapeutiche.In quest’ultimo caso è stato essenziale il contributo portato da Milton Erickson e dai suoi allievi.Il consolidarsi delle tecniche ipnotiche e l’apertura verso nuove integrazioni ha poi favorito lo sviluppo di modalità integrate di psicoterapia. Tra queste l’integrazione con l’EMDR sembra aprire interessanti prospettive e sviluppi, che approfondiremo nel corso del capitolo.