Dall’ipnosi classica a quella attuale: l’ipnosi ericksoniana nella PIIEC
Autori P.Parietti E.Faretta
Tutta la storia della ipnosi, sin da quando era indicata come mesmerismo, è stata caratterizzata dalle diverse modalità di induzione della condizione ipnotica, cioè dalle operazioni attuate dall’induttore nei confronti del soggetto indotto, cioè da quelle pratiche che saranno indicate da Braid come ipnotismo ed aventi la finalità di produrre la condizione di ipnosi (ipnotica).
Ed è stato proprio nell’ambito delle modalità induttive che, a partire dalla prima metà del 1900 si è verificata quella che è stata indicata come la rivoluzione ericksoniana caratterizzata dal passaggio delle induzioni dirette a quelle indirette che ha contribuito a rafforzare un contesto culturale sempre più caratterizzato (Angelozzi) da una nuova prospettiva ermeneutica, inserendo in tale contesto anche suggerendo nuovi modelli.
Modelli costruiti secondo un’impostazione per la quale “ gli effetti della terapia consisterebbero in un mutamento dell’immagine affettiva e cognitiva che il soggetto ha del mondo”.
Si tratta di un mutamento che attribuisce ai sintomi uno specifico senso [finalità] e, proprio in quanto dotati di senso, un loro diritto all’esistenza ed un ruolo nella terapia.
Si è venuto pertanto costruendo un approccio di tipo particolare nel quale il mutamento psicoterapeutico, si realizza attraverso una restituzione di valore ad una prospettiva che comprende la possibilità di una modificazione della realtà vissuta dal soggetto.
Aspetto questo, che consentirebbe di accedere ad un altro mondo possibile in cui i sintomi come tali non avrebbero più posto o lo troverebbero in una prospettiva diversa e ricca di senso.
Milton Erickson ha fornito a questo tipo di approccio un contributo fondamentale soprattutto nell’ambito ipnoterapeutico, ove ha sperimentato, ripercorrendoli i vari modelli successivamente elaborati dalla ricerca psicoterapeutica, sino ad approdare, infine, ad elaborare un personale e particolare approccio terapeutico.
Nell’ambito delle sue esperienze professionali, infatti, Erickson si è costantemente mosso, utilizzando l’ipnosi, secondo le diverse modalità tecniche elaborate nei diversi periodi storici.
Si è trattato di modalità che, a partire dalle tradizionali rimozioni del sintomo, utilizzando le tecniche induttive “dirette”, sono poi transitate attraverso le tecniche ipnoanalitiche, ma differenziandosi nettamente dall’impostazione freudiana, sino a giungere alla costruzione di meccanismi più raffinati, imperniati su quelle caratteristiche fondamentali dell’ipnosi costituite dal rapporto interpersonale tra induttore e indotto [in questa prospettiva più correttamente definibile come relazione tra terapeuta e paziente], e le correlate modalità di induzione della trance [attraverso la tecnica dell’ utilizzazione di “tecniche indirette” tendenti a costruire l’aspetto più ampio della “tecnica di utilizzazione”.