PSICOSINTESI, R. Assagioli
Roberto Assagioli nacque a Venezia nel 1888 e si laureò in medicina nel 1910 a Firenze, presentando una tesi sulla psicanalisi svolta in gran parte presso l’Ospedale Psichiatrico Burghölzli a Zurigo, dove conobbe Jung.
Successivamente, diventerà l’unico italiano membro della Società Freud di Zurigo, ed in seguito sarà socio della Società Psicoanalitica Internazionale.
Nel giro di qualche anno però Assagioli iniziò a discostarsi dal pensiero freudiano, ritenuto da lui troppo riduttivo e rigido rispetto all’ampiezza ed alla complessità della psiche umana.
Nel 1915 lavora ad Ancona come vicedirettore del centro neurologico dell’ospedale militare e nel 1926 fonda, a Roma, I’Istituto di Cultura e di Terapia Psichica, che si propone di diffondere la conoscenza ed insegnare il corretto uso dei nuovi metodi di psicologia e psicoterapia applicate, e in modo particolare la psicosintesi, e che in seguito prenderà il nome di Istituto di Psicosintesi.
Nel 1938, a causa della crescente ostilità del governo fascista, Assagioli è costretto a chiudere l’lstituto, che riaprirà a Firenze nel 1946.
Il periodo 1926-1938 ha visto quindi la maturazione della concezione psicosintetica, e il suo esplicitarsi in differenti metodi legati all’educazione, alla terapia e alla realizzazione personale e transpersonale.
Dal 1926 Assagioli userà pubblicamente il termine “psicosintesi” nel senso scientifico di “metodo inclusivo basato sul principio dell’organizzazione della personalità intorno ad un centro unificatore”.
Non ci sono dati biografici precisi per gli anni 1938-1946 perché Assagioli, essendo di origine ebraica, conobbe la persecuzione razziale.
Nel 1967 si costituisce ufficialmente il primo Centro italiano di Psicosintesi a Roma, poi, a seguire, il Centro di Bologna e di Perugia.
Nel 1967 Assagioli partecipa, a Roma, ai lavori della “Prima Settimana Psicosomatica Internazionale”, tenendo una relazione sul tema “Medicina psicosomatica e biopsicosintesi”. Nel frattempo la fioritura di associazioni e centri esteri continua: in India, in Grecia, in California, in Canada a Montreal, a Londra e, successivamente, anche in Svizzera, Austria e Francia.
Durante gli anni della vecchiaia Assagioli insegna la psicosintesi e si dedica alla formazione degli psicosintetisti.
Il collegamento alla psicosintesi…quindi la messa a punto dell’orientamento
Ad Assagioli va riconosciuta la capacità di aver saputo fondere il meglio della saggezza orientale con quella occidentale. La tendenza ad un forte eclettismo, ispirata a varie fonti culturali e scuole di pensiero, gli ha permesso di creare la psicosintesi che, aprendo l’accesso alla coscienza dell’unità, è vicina alle filosofie più elevate, sia occidentali che orientali.
Negli anni 1956 e 1957 tra Firenze ed Arezzo, ebbero luogo i primi Convegni Internazionali di Psicosintesi con la partecipazione di congressisti di otto nazionalità. A Vienna nel 1961, in occasione del Congresso Internazionale di Psicoterapia, Assagioli indica le affinità e le differenze esistenti fra la psicoterapia psicosintetica ed altri metodi di terapia esistenziale; illustra i compiti e gli scopi e propone uno schema di cura sintetica e completa, che unisca all’approccio esistenziale, mirante a scoprire e risolvere i problemi esistenziali del paziente, l’uso di tecniche attive.
Assagioli dimostrò una visione della medicina olistica, considerando l’organismo nella sua interezza piuttosto che nelle singole parti che lo compongono. Per stimolare il processo di guarigione, la medicina olistica cerca di stabilire un’armonia tra le dimensioni fisiche, emotive, sociali e spirituali del paziente. Assagioli valorizza, pertanto, l’interazione tra il corpo e lo spirito, alla ricerca dell’equilibrio interiore, sostenendo che tale condizione non è di facile realizzazione, poiché sono nascoste in noi energie che richiedono di essere trasformate e sublimate, ad esempio con esercizi di meditazione.
Qualche opera e scritti principali
È del 1909 lo storico articolo “La psicologia delle idee-forze e la psicagogia”, che rappresenta il punto di partenza della psicosintesi e l’inizio dello sviluppo della psicologia umanistica.
Nel 1911, con la relazione “Il subcosciente” presentata al Congresso Internazionale di Filosofia di Bologna, Assagioli sottolineò i differenti livelli e la varia natura delle attività psichiche inconsce e affermò la distinzione tra i fenomeni riconducibili all’esistenza di un io trascendente – che secondo Assagioli costituisce l’essenza della nostra personalità – e quelli che spesso manifestano proprietà palesemente inferiori a quelle della coscienza ordinaria, distinzione questa che prelude alla concezione psicosintetica del supercosciente e dell’inconscio inferiore.
E’ del 1927 l’opuscolo “A New Method of Healing: Psychosynthesis”: dopo aver usato diversi metodi di psicoterapia (suggestione, persuasione, psicanalisi e varie tecniche attive) Assagioli ne ha sviluppato uno nuovo, che mira alla ricostruzione dell’intera personalità del paziente, e lo propone ufficialmente; afferma inoltre l’importanza dell’interazione corpo-psiche, oggi alla base dell’orientamento psicosomatico. Ma aggiunge che la psicosintesi non dovrebbe essere usata solo per la cura delle malattie psicofisiche; è anche un metodo per l’educazione, I’autoformazione e l’armonizzazione dei rapporti interpersonali, in quanto rappresenta “non solo un ideale di salute e di armonia, ma anche di sviluppo e di crescita. Quando sarà conosciuta e praticata a livello generale, potrà essere estesa anche alla vita sociale”.
Del 1931 è la pubblicazione dell’Esercizio di Disidentificazione ed Autoidentificazione, ancor oggi l’esercizio fondamentale della psicosintesi.
Nel 1973 esce, in lingua inglese, il suo terzo libro “The Act of Will”, un approfondito studio dell’origine, della funzione e dello sviluppo della volontà, proposta come strumento fondamentale di autorealizzazione e inserita al centro della personalità umana come la funzione psicologica più aderente all’Io e strettamente collegata all’esperienza del Sé, considerata come parte integrante della Psicoterapia e della Psicosintesi.
Già nell’articolo pubblicato nel 1929 su “L’educazione della Volontà”, egli insiste molto sullo sviluppo di questo “potere” interiore, che consente all’uomo di diventare libero e responsabile della propria vita e delle proprie opinioni, lanciando un messaggio importante: non è sufficiente che la volontà sia “forte” e “sapiente”, deve essere anche “buona”; solo così infatti può favorire lo sviluppo di energie positive e portare il giusto equilibrio fra i ‘poteri interiori’ e quelli ‘esteriori’.
Assagioli utilizza gli insegnamenti e le tecniche di tradizione teosofica soprattutto negli scritti che trattano del “risveglio dell’anima”.
I concetti di “risveglio” e di “illuminazione dell’anima” sono estesi da Assagioli nel saggio, “Mistica e medicina”, descrivendoli, dal punto di vista psicologico, come “l’irruzione e l’afflusso di un potente fiotto di vita spirituale”, che nella normale personalità possono causare veri e propri disturbi psichici, anche se temporanei, mentre nell’individuo che ha già raggiunto una certa elevazione spirituale, possono essere all’origine di crisi interiori, sofferenze esistenziali. In ogni caso il vuoto interiore può divenire insopportabile fino a condurre la persona nella “notte oscura dell’anima”, ovvero in depressione.
La psicosintesi o approccio psicosintetico
Assagioli, negli anni che seguono, userà il termine “psicosintesi” nel senso scientifico di “metodo inclusivo basato sul principio dell’organizzazione della personalità intorno ad un centro unificatore”.
Infatti, dopo aver usato diversi metodi di psicoterapia (suggestione, persuasione, psicanalisi e varie tecniche attive) Assagioli ne ha sviluppato uno che mira alla ricostruzione dell’intera personalità del paziente, affermando l’importanza dell’interazione corpo-psiche, oggi alla base dell’orientamento psicosomatico.
Assagioli definisce la psicosintesi come un metodo di auto-formazione e realizzazione psico-spirituale per tutti coloro che non vogliono accettare di restare schiavi dei loro fantasmi interiori e degli influssi esterni, di subire passivamente il gioco delle forze psicologiche che si svolge in loro, ma vogliono diventare padroni del proprio regno interiore.
La Psicosintesi è una corrente psicologica che si ispira ai principi della psicologia umanistica, tesa allo sviluppo armonico della personalità, come totalità bio-psico-spirituale, ed a favorire un contatto con i livelli superiori della psiche.
È un metodo di lavoro concreto per la conoscenza, la crescita, la trasformazione personale, in cui ciascuno, partendo da ciò che è, ha il potere di attuare le sue potenzialità individuali, attraverso un lavoro guidato, ma essenzialmente autoformativo.
La disciplina può essere quindi considerata, con l’analisi immaginativa di G. Balzarini e l’I.T.P.di L. Rigo, uno dei pochi paradigmi psicoterapeutici sviluppati autonomamente in Italia.
La novità, nell’approccio psicosintetico, consiste nello sviluppo dell’idea che già aveva costituito motivo di contrasto tra Freud e Jung, secondo la quale, nella “cura dell’anima”, alla fase analitica, deve seguire una fase sintetica, cioè più attiva e orientata alla scoperta della volontà personale. Così come vi sono molte correnti psicoanalitiche, possono allo stesso modo coesistere diverse correnti psicosintetiche, dal momento che, come afferma lo stesso Assagioli, “non esiste ortodossia in Psicosintesi e nessuno, a partire da me stesso, può proclamarsene il vero o autentico rappresentante”. Pertanto, in senso più ampio, “psicosintesi” può essere definito ogni atteggiamento orientato verso integrazioni e sintesi sempre più vaste, atteggiamento che si prenda a cuore l’uomo nella sua interezza e nella sua unicità, fino alla realizzazione della sua dimensione spirituale (o transpersonale). Per questo motivo, Assagioli arriva ad affermare che “la Psicosintesi non può essere rappresentata all’esterno da nessuna organizzazione” e in questo dimostra la sua levatura di ricercatore libero, al di là di ogni settarismo e identificazione con questa o quella chiesa, anche se laica.
In conclusione, la psicosintesi è una teoria e prassi psicologica che si è sviluppata dalla psicoanalisi, per evolversi sul versante della Psicologia umanistica ed esistenziale e su quello della Psicologia transpersonale.
Principali tecniche
L’innovazione di Assagioli è stata quella di spingere l’uomo a creare un’altra coscienza, a imparare a non identificarsi completamente col contenuto della coscienza del momento, affinché una parte di ciascuno resti sempre libera, quale sentinella, osservatore, giudice.
Da queste considerazioni nasceranno le tecniche della “disidentificazione” che saranno il cardine della psicosintesi terapeutica. Egli sosteneva che per comprendere profondamente “dal di dentro” gli altri, non basta uno studio puramente obiettivo ed analitico: occorre usare l’intuizione e “l’immedesimazione” negli altri che può giungere fino ad una consapevole “identificazione’ spirituale”. Così si può arrivare, per qualche istante, a vivere veramente la vita di un’altra persona, a farla propria e quindi a sentirla e comprenderla in modo pieno, amorevole, fraterno”.
Secondo Assagioli, questa è una forma di comprensione disinteressata, una qualità inestimabile che fa star bene chi la possiede e chi la riceve. Questo è un amore basato sulla generosità, sull’altruismo, sulla saggezza, l’amore che non chiede e che lascia spiritualmente liberi chi dà e chi riceve.
Come si caratterizza il percorso
L’opinione di Assagioli è che l’essere umano studia tutto tranne se stesso, pretende di soccorrere e guidare il prossimo senza conoscerlo: egli invita pertanto gli uomini a conoscere la psicologia, scienza che apre le porte alla spiritualità e ne facilita la progressiva manifestazione.
E’ tramite la parte “buona” che vive nell’animo di ogni uomo, che si può scoprire una coscienza superiore. In tale visione l’unione di uomini mossi da sentimenti di libertà e fraternità, uniti dagli stessi ideali, nella comunione psico-spirituale, sprigiona nobili energie per il benessere.
A chi si rivolge
La Psicosintesi si rivolge a chi, in situazioni personali di disagio e di difficoltà, vuole comprenderne le cause e ritrovare in se stesso l’equilibrio e le risorse per giungere al miglioramento e alla soluzione.
La sua utilità ed efficacia
La psicosintesi non dovrebbe essere usata solo per la cura delle malattie psicofisiche; esso è anche un metodo per l’educazione, l’autoformazione e l’armonizzazione dei rapporti interpersonali, in quanto rappresenta non solo un ideale di salute e di armonia, ma anche di sviluppo e di crescita.
Assagioli insiste molto sul fatto che il raggiungimento di tale stato avviene gradatamente, dopo il superamento di crisi che precedono e che seguono il risveglio dell’anima. Ma, prima di giungere alla vera trasformazione, spesso si vive quella condizione d’intensa sofferenza depressiva. Questi stadi sono descritti da Assagioli fondendo l’elevazione spirituale con la conoscenza medica e psicologica dell’animo umano.
La metodologia psicosintetica permette di distinguere i sintomi psichici dei malati ordinari, che generalmente presentano un carattere regressivo, da trattare con una terapia psichiatrica, dai disturbi prodotti dalla sofferenza spirituale che, diversamente dai primi, presentano un’indole progressiva e il cui sostegno terapeutico consiste in una “psicosintesi spirituale”.