Panico
Origini, dinamiche, terapie
Un paziente con disturbo da attacchi di panico si rifiuta di fare un viaggio in aereo: inutile usare le statistiche per dimostrargli che l’aereo è un mezzo sicuro. Non ha paura del volo: ha paura di se stesso, delle proprie reazioni, di stare male a livello fisico, di non farcela. Teme di impazzire, di mettersi in evidenza con comportamenti bizzarri, forse di morire.
Incredibili circoli viziosi intrappolano il paziente con panico. Un innocuo episodio di lieve tachicardia viene interpretato come un infarto: ciò stimola sempre più la tachicardia. Qualsiasi mal di testa fa pensare all’ictus, la tensione contribuisce ad aumentare sempre più la cefalea. Ogni capogiro è segno di perdita di controllo, di follia, di malattia mortale; in queste condizioni il paziente respira molto intensamente e ciò aumenta i capogiri. La paura di star male amplifica sempre più i sintomi.
In preda a crisi vissute come gravissime il paziente va al pronto soccorso e dopo ore di attesa, 30 gocce di ansiolitico e un elettrocardiogramma, si sente dire che non ha niente: è solo ansia. Non è vero che il panico non sia niente.
Di panico non si muore, ma ci si sente morire e in effetti ci si rinchiude in una non vita. Di panico non si impazzisce, ma, in preda al panico, si cerca la sicurezza con comportamenti che possono sembrare pazzeschi. Di panico si guarisce. Non è poi così difficile. Conoscere la patologia e le tecniche più efficaci è il primo passo. Comprendere che il malessere del paziente non è una recita e che l’intervento non può limitarsi alla tradizionale analisi di pensieri e ricordi, la premessa indispensabile.
In questo libro il capitolo n.16 è dal titolo L’integrazione dell’EMDR nel trattamento del disturbo da attacchi di panico di Elisa Faretta, Isabel Fernandez tratta i seguenti temi:
In che cosa consiste l’EMDR
Come è nato questo metodo
Studi e ricerche sull’EMDR
Gli elementi di base dell’EMDR
Il panico come evento traumatico
Applicazione pratica dell’EMDR nel DAP
Un caso nella pratica: l’EMDR in tutte
le sue fasi
L’EMDR non consiste solo nei “movimenti oculari”