Fobia di volare
Cos’è e come si manifesta
La persona che soffre di questo disturbo si sente bloccata dal terrore di “prendere il volo”, che si traduce in un’opprimente “ansia anticipatoria” e “paura della paura” con conseguente difficoltà a compiere anche le normali azioni di preparazione al volo, quali la prenotazione, il viaggio verso l’aeroporto, il check in etc..
Sintomi (da DSM V) ed effetti del disturbo
La fobia di volare è una fobia specifica (cod. 300.29 DSM V) inclusa nella categoria dei Disturbi d’Ansia.
L’ansia è un’emozione utile per la nostra sopravvivenza, che ha la funzione di allertare il nostro sistema psico-fisico per reagire di fronte ad un probabile pericolo.
“Il problema è che nella fobia questa scatta quando il pericolo non c’è e porta ad accumulare immagini catastrofiche, diventando ingestibile”.
Secondo il DSM V possono essere presenti tutti o solo alcuni dei seguenti sintomi:
– paura o ansia marcate verso la situazione specifica
la situazione provoca quasi sempre immediata paura o ansia
la situazione viene attivamente evitata oppure sopportata con paura o ansia intense
la paura, l’ansia o l’evitamento sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socio-culturale
la paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più
la paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito lavorativo o in altre aree importanti
il disturbo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale, tra cui la paura, l’ansia e l’evitamento di situazioni associate a sintomi simili al panico o ad altri sintomi invalidanti; situazioni legate ad ossessioni (disturbo ossessivo compulsivo); ricordi di eventi traumatici (come nel disturbo da stress post traumatico); separazione da casa o dalle figure di attaccamento (come nel disturbo d’ansia da separazione); situazioni sociali (come nel disturbo d’ansia sociale).
Quanto è comune il disturbo?
Uno studio del 2007 dell’Università di Graz ha stabilito che il 30,5% dei passeggeri occidentali ne è colpito, ma ai corsi di Alitalia per gli aerofobi la percentuale citata sale addirittura al 53%.
Quali sono le cause?
La paura di volare può essere conseguenza di situazioni traumatiche specifiche, oppure risultare da più variabili.
Nel primo caso (fobia semplice) la persona ha esperito un/alcuni precedente evento/i traumatico/i relativo/i al volo (es. atterraggi di emergenza, turbolenze etc.).
Nel secondo caso invece può essere il risultato di più variabili (lutti, liti in famiglia, difficoltà economiche o lavorative, problemi di salute, a volte a cui si può anche aggiungere un trauma pregresso ecc.), per le quali ha paura di ‘lasciarsi andare’, di ‘perdere il controllo’ , oppure situazioni legate ad ossessioni (disturbo ossessivo compulsivo) o di ricordi di eventi traumatici (come nel disturbo da stress post traumatico), o separazione da casa o dalle figure di attaccamento (come nel disturbo d’ansia da separazione), o situazioni sociali (come nel disturbo d’ansia sociale).
Quali rischi, complicazioni e ripercussioni nelle relazioni interpersonali?
Dal punto di vista sociale, non poter volare restringe il campo di azione e di interrelazione con conseguenti limitazioni sia personali, sia professionali se la persona si vede costretta a rinunciare ad incarichi che prevedono spostamenti di lungo raggio.
Quando chiedere aiuto?
Il prima possibile per evitare di consolidare esperienze di evitamento
Quale terapia?
Metodi evidence based per questo tipo di disturbo sono il metodo EMDR e la psicoterapia cognitivo comportamentale.
Le linee guida del modello PIIEC prevedono l’integrazione del metodo EMDR con altri modelli psicoterapeutici quali ad esempio la terapia cognitivo comportamentale e altre tecniche evidence based specificatamente efficaci per questo tipo di disturbo.
Nello specifico vengono rielaborati gli stati traumatici pregressi, unitamente al potenziamento delle risorse personali e all’acquisizione di tecniche di gestione dell’ansia.
La finalità è di accompagnare la persona a riprendere a volare con fiducia e in modo consapevole e, in molti casi, con il piacere di lasciarsi trasportare e guardare il mondo da un’altra prospettiva.
Come prevenirla?
Ai primi sintomi di evitamento, fermarsi a riflettere cosa ci sta accadendo, cosa concretamente ci fa paura, normalizzare l’esperienza di volare e considerare che la probabilità che l’aereo cada è piuttosto bassa e pensare a tutti i vantaggi e aspetti positivi che possiamo avere.
Possiamo poi provare a rilassare il nostro corpo e respirare con calma.
Se dopo aver fatto questi passaggi ci sentiamo ancora in difficoltà, meglio rivolgersi ad uno psicoterapeuta formato nei metodi sopra descritti.
link a –> “Ho vinto la paura di volare”, rivista FOCUS, gennaio 2016
di M. Consoli, intervista a T. Agazzi