Disturbo post-traumatico da stress
“Una mente frammentata
non può compiere neanche attività mondane;
occorre quindi avere una mente calma.”
Milarepa
Che cos’è e come si manifesta
Nella vita si possono presentare eventi particolarmente estremi e difficili da affrontare come ad esempio possono esserlo una grave malattia, un lutto, una violenza o un incidente; in un primo momento chi si trova a vivere queste situazioni prova un’intensa sofferenza psicologica e solo gradualmente arriva ad elaborare quanto accaduto ed a trovare spiegazioni e motivazioni per andare avanti.
Se una persona soffre di un Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) significa che non è riuscita a realizzare questo processo di elaborazione ed è rimasta perciò “prigioniera” del ricordo del trauma passato, con tutte le emozioni e le sensazioni che l’hanno accompagnata.
Il PTSD inizialmente era stato riscontrato nei reduci di guerra traumatizzati dalle esperienze belliche, le stesse reazioni successivamente sono state riscontrate in persone che hanno subito incidenti, aggressioni, violenze fisiche e sessuali, situazioni al limite tra la vita e la morte.
Sintomi (da DSM) ed effetti del disturbo
Secondo il DSM IV -Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali-, il Disturbo Post Traumatico da Stress è un disturbo d’ansia che si manifesta in soggetti di qualunque età che abbiano vissuto o che abbiano assistito a un evento traumatico che ha implicato un rischio per l’integrità fisica o per la vita, propria o di altre persone. La risposta della persona esposta all’evento traumatico è di paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore.
I principali sintomi associati al PTSD possono essere raggruppati sostanzialmente in tre tipologie:
– immagini, pensieri intrusivi, flashback, idee ricorrenti o incubi che portano la persona a rivivere l’evento traumatico;
– pensieri e comportamenti che tendono ad evitare situazioni e circostanze che la persona associa all’evento traumatico;
– sintomi come irritabilità, ansia, eccitazione, difficoltà di concentrazione, insonnia, depressione.
I sintomi, in genere, insorgono nei primi tre mesi dopo il trauma, ma si possono osservare ritardi di mesi o addirittura anni nella comparsa dei sintomi.
Quanto è comune il disturbo?
Recenti studi hanno stimato una incidenza del Disturbo post-traumatico da stress tra il 5% e il 10% dell’intera popolazione. Tale percentuale risulta differente a seconda delle categorie di soggetti considerati, variando ad esempio dall’11% degli individui coinvolti in incidenti stradali, al 50% delle vittime di violenze sessuali, dei veterani di guerra.
Quali sono le cause?
A molte persone capita di vivere esperienze traumatiche ma non tutte sviluppano il PTSD. L’evento in sé, quindi, non può essere l’unica causa del disturbo e non può nemmeno predire la sua durata che risulta, invece, piuttosto variabile da persona a persona.
Diversi studi hanno messo in evidenza l’esistenza di alcuni fattori di rischio esterni ed interni.
– Fattori di rischio esterni: la durata e la gravità dell’evento traumatico, il tipo di trauma, fattori situazionali al momento del trauma, la qualità del supporto ricevuto dopo l’evento e la presenza di altri traumi subiti precedentemente.
– Fattori di rischio interni: fattori genetici, familiarità per il disturbo, la personalità, fattori di resilienza (ovvero la capacità di far fronte agli eventi traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita), traumi pregressi, precedenti problemi comportamentali o psicologici (ansia o depressione), alcuni eventi di vita avversi precedenti e successivi all’evento traumatico.
Il disturbo tuttavia si può sviluppare anche in persone senza alcuna condizione predisponente, soprattutto se l’evento stressante è particolarmente grave.
Quali rischi, complicazioni e ripercussioni nelle relazioni interpersonali?
La presenza di un PTSD può causare problemi nella vita lavorativa, sociale, sentimentale e sessuale, in quanto il malessere generale della persona tende ad intaccare le sue relazioni con le persone vicine.
Inoltre sperimentare un trauma può causare altri sintomi o anche accrescere alcuni problemi che erano tenuti sotto controllo oppure che sembravano dimenticati o superati, come ad esempio ansia, depressione e attacchi di panico. Alcune complicazioni molto importanti del PTSD possono essere la comparsa di abuso di sostanze (alcool, farmaci, stupefacenti) che la persona utilizza come tentativo di auto-terapia nei confronti della propria sofferenza. Possono inoltre essere presenti comportamenti autolesionistici che hanno essenzialmente lo scopo di allontanare il dolore del ricordo o la funzione di autopunizione per qualche colpa che si ritiene di avere commesso.
Quando chiedere aiuto?
Quando una persona che ha vissuto un evento traumatico si rende conto che i problemi conseguenti rimangono presenti, è opportuno che ricorra all’aiuto di un professionista esperto nel trattamento dei traumi per evitare la cronicizzazione.
Quale terapia?
La psicoterapia e la farmacologia sono i trattamenti indicati per il PTSD. Spesso è auspicabile un’integrazione dei due trattamenti in quanto i farmaci possono in qualche modo alleviare la sofferenza e consentire alla persona di imparare gradualmente ad elaborare i ricordi dolorosi e ad esserne sempre meno turbata e condizionata. Le terapie evidence based (basate sull’evidenza scientifica) e che prevedono specifici protocolli di trattamento per ogni disturbo clinico sono i seguenti: alcuni tipi di psicoterapia cognitivo-comportamentale (Dossa NI , Hatem M, 2012); alcuni tipi di psicoterapia ipnotica (Abramowitz EG, Barak Y, Ben-Avi I, Knobler HY, 2008); l’EMDR (American Psychological Association, 1995; l’International Society for Traumatic Stress Studies (ISTSS) 2000; l’American Psychological Association Clinician’s Research Digest, Giugno 2002; L. Bossini, I. Casolaro, E. Santarnecchi, C. Caterini, D. Koukouna, I. Fernandez, A. Fagiolini, 2013).
Come prevenirlo?
Quando accade qualche cosa di grave e si manifestano i primi segnali di sofferenza, è importante intervenire tempestivamente in modo che la persona porti alla luce le memorie traumatiche per modificarle ed integrarle con la propria storia e la propria esperienza ed impari a controllare le proprie reazioni di stress fisiologico. Nel caso del PTSD prevenire significa ridurre i rischi di sviluppare gravi forme di psicopatologia e promuovere il benessere della persona.