Disturbi psicosomatici
Dà al tuo dolore le parole che egli esige.
Il dolore che non parla, sussurra bensì a un cuore troppo affranto l’ordine di schiantarsi”.
Macbeth, Shakespeare
Che cosa sono, come si manifestano
I disturbi psicosomatici si manifestano con sintomi fisici che possono riguardare organi del corpo differenti senza che ci siano reali cause organiche ed esprimono, senza che la persona che ne soffre ne sia consapevole, un disagio psicologico.
Generalmente è solo dopo una lunga serie di analisi e cure infruttuose che il medico introduce l’ipotesi che ci possa essere alla base della sofferenza fisica un problema psicologico.
Questo spesso sorprende chi ne soffre in quanto molto spesso la manifestazione di questi sintomi avviene in assenza di altri sintomi di natura psicologica o comunque, se presenti, sono percepiti come conseguenza del protrarsi del disagio fisico.
In effetti il Disturbo Psicosomatico può essere inteso come una difesa che protegge l’individuo da emozioni dolorose ed intollerabili. Si manifesta con un’espressione diretta del disagio psicologico attraverso il corpo. Infatti tutti i vissuti personali emotivi, affettivi o relazionali troppo dolorosi per poter essere vissuti e sentiti direttamente, trovano una via di scarico immediata nel corpo trasformandosi così, in chi soffre di tale disturbo, in sintomo fisico.
Sintomi (da DSM) ed effetti del disturbo
Secondo il DSM IV -Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali- i Disturbi Somatoformi sono tutti caratterizzati dalla presenza di sintomi fisici che fanno pensare ad una condizione medica generale ma che in realtà non sono giustificati da cause di tipo medico, dagli effetti diretti di una sostanza, o da un altro disturbo mentale. I sintomi causano un significativo disagio o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree.
I Disturbi Somatoformi nel DSM IV sono così differenziati:
– Il Disturbo di Somatizzazione, che si distingue per la presenza di una combinazione di dolore e sintomi gastrointestinali, sessuali e pseudoneurologici. Il disturbo di somatizzazione differisce dagli altri disturbi somatoformi per la molteplicità dei disturbi fisici che interessano molti sistemi d’organo.
I sintomi dolorosi possono riguardare testa, addome, schiena, articolazioni, arti, torace, retto, dolori mestruali, dolore nel rapporto sessuale o durante la minzione.
I sintomi gastrointestinali possono essere nausea, meteorismo, vomito al di fuori della gravidanza, diarrea oppure intolleranza a numerosi cibi diversi.
I sintomi sessuali possono essere indifferenza sessuale, disfunzioni dell’erezione o della eiaculazione, cicli mestruali irregolari, eccessivo sanguinamento mestruale, vomito durante la gravidanza.
– Il Disturbo di Conversione è caratterizzato dalla presenza di uno o più sintomi neurologici riguardanti le funzioni motorie volontarie e sensitive. I sintomi motori comprendono alterazioni della coordinazione e dell’equilibrio, paralisi localizzate, perdita della voce (afonia), difficoltà di deglutire o sensazione di nodo alla gola, ritenzione urinaria. I sintomi sensitivi includono perdita della sensibilità tattile o del dolore, cecità, sordità, allucinazioni, attacchi pseudo-epilettici o convulsioni. Il suo esordio è preceduto da qualche conflitto o altro tipo di fattore stressante e non è prodotto intenzionalmente o simulato.
– Disturbo algico o dolore psicogeno, caratterizzato da una sintomatologia dolorosa che può essere semplicemente correlata a fattori psicologici oppure da questi significativamente amplificata.
– Ipocondria, caratterizzata non tanto da un sintomo specifico quanto dalla convinzione di avere qualche specifica malattia idea fondata sulla errata interpretazione di uno o più sintomi fisici da parte del soggetto. La paura o la convinzione di avere una malattia persiste tenacemente nonostante le rassicurazioni degli specialisti.
– Dismorfismo corporeo, caratterizzato dalla falsa convinzione o dall’esagerata percezione che qualche parte del corpo presenti un difetto.
Quanto è comune il disturbo?
I disturbi psicosomatici trovano una elevata diffusione, sembra infatti che il 30% dei pazienti che si rivolgono al medico di famiglia abbia problematiche psicosomatiche. Tali disturbi sono tendenzialmente più frequenti nelle donne, è il caso per esempio della cefalea muscolo-tensiva di cui molte donne soffrono, spesso curata senza indicazioni mediche con antidolorifici, con potenziali gravi danni alla salute. Anche gli uomini soffrono di tali disturbi, anche se sembra chiedano aiuto meno frequentemente.
Quali sono le cause
I disturbi psicosomatici sono fortemente connessi a fattori emotivi per cui, quando la tensione nervosa è elevata, essa tiene il sistema nervoso autonomo in stato di iper-attivazione in modo costante, mantenendo il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare e provocando così danni agli organi più deboli e vulnerabili. I sintomi psicosomatici dunque sono il risultato di una assenza di consapevolezza da parte di chi ne soffre della presenza di forte stress, rabbia, forte disagio, paura, angoscia, sofferenza, ansia. Le cause di questo tipo di disturbi dipendono da caratteristiche personali ma molto di più sono legate al contesto familiare in cui l’individuo è cresciuto che risulta spesso caratterizzato da invischiamento, iper-protettività verso i componenti, rigidità ed evitamento dei conflitti, per cui la persona impara presto a filtrare le emozioni e di conseguenza esprime inconsapevolmente il proprio disagio solo a livello corporeo tramite il sintomo fisico.
Quali rischi, complicazioni e ripercussioni nelle relazioni interpersonali?
Quando le tensioni emotive e psicologiche sottostanti i sintomi fisici non vengono individuate ed affrontate, la conseguenza può essere lo sviluppo o l’aggravamento di vere patologie fisiche. Un’altra conseguenza, è l’assunzione di uno stile di vita disfunzionale, l’individuo tende a lasciarsi andare, a non curarsi, ad assumere un comportamento autolesionistico.
Quando chiedere aiuto?
Dal momento in cui non vengono rintracciate cause organiche all’origine dei sintomi fisici, si può considerare l’opportunità di un percorso psicoterapeutico.
Quale terapia?
La psicoterapia può essere finalizzata a riconoscere e comprendere la sofferenza emotiva espressa attraverso il linguaggio del corpo e ad affrontarla consapevolmente. Spesso a supporto della psicoterapia può essere utile una terapia farmacologia che, agendo sulla sfera emotiva, alleggerisca la sintomatologia fisica e quindi consenta una ripresa della propria quotidianità.
Il disturbo psicosomatico (nella diversa gradualità delle sue manifestazioni che possono andare da1l’alterazione funzionale sino alla lesionalità organica) presuppone l’integrazione di eventi e fattori legati sia alla personalità ed alla storia del paziente interessato, sia al contesto ambientale (biologico, psicologico e sociale) in cui lo stesso è vissuto e vive, sia al simbolismo dell’organo interessato.
Né la psicoanalisi né le psicoterapie verbali risultano adeguate a questo compito. A loro volta le diverse forme di psicoterapia a focalizzazione corporea risultano sovente inadeguate in quanto si rivolgono solo al “corpo sensoriale”. Esistono diversi approcci di tipo psicologico al trattamento dei disturbi psicosomatici. Le terapie evidence based (basate sull’evidenza scientifica) e che prevedono specifici protocolli di trattamento per ogni disturbo clinico sono la Terapia Cognitivo Comportamentale (Jorgenson 1982; Vocks e coll. 2004) e l’EMDR (Brown K.W., Mc Goldrick T. e Buchanan R. 1997).
Nell’ambito della PIIEC ( psicoterapia integrata immaginativa ad espressione corporea) l’EMDR appare una modalità che integrandosi con altre tecniche può essere utilizzata in maniera efficace nel disturbo psicosomatico.
In questo ambito l’approccio EMDR può essere applicato per il trattamento di patologie in contesto psicosomatico intervenendo su tutti gli aspetti collegati alla malattia e ai traumi pregressi alla base del disturbo.
Come prevenirlo?
Utilizzare tecniche di rilassamento e tecniche che favoriscano la consapevolezza di sé e delle proprie emozioni.
Rafforzare le capacità personali per gestire al meglio lo stress legato alla propria quotidianità.
Svolgere attività creative in genere, perché aiutano ad esprimere potenzialità e risorse nascoste.
Praticare attività sportiva unitamente ad uno stile di vita più sano, che comprende anche un’alimentazione equilibrata, contribuiscono al Ben Essere© e a migliorare la funzionalità dell’organismo.