La crisi come opportunità di crescita
Etimologicamente crisi è una parola che deriva dal greco e indica un punto decisivo di cambiamento che si presenta durante una malattia, comportando un’evoluzione positiva o negativa. Essa può anche indicare la rottura di un equilibrio precedente che porta alla trasformazione e alla ricerca di un nuovo equilibrio. “La nozione di crisi si pone tra il registro della normalità e della patologia: attraversa nello stesso tempo il normale ed il patologico ed il suo interesse sta nel fatto che si pone a cavallo tra questi due registri” (P.C.Racamier, 1985). Questa fase contiene una speranza latente di rinascita, anche se non necessariamente si realizza in un’evoluzione migliorativa. La crisi riguarda l’individuo, ma coinvolge anche il contesto familiare, la coppia, il gruppo o la stessa società. Si può parlare, secondo Racamier, di “processo di crisi”, in una concezione dinamica che è caratterizzata da un inizio, uno sviluppo ed una risoluzione. La sua risoluzione è determinata dall’elaborazione del lutto di una situazione che in passato si proponeva come adattiva, mentre nel presente non lo è più. Vediamo così come il termine crisi non debba essere necessariamente connotato in modo negativo. La crisi può divenire infatti anche un’opportunità di cambiamento, l’inizio di una trasformazione, un’occasione che si presenta per conoscere noi stessi più in profondità. In un’ottica evolutiva essa si inserisce nel processo di crescita e di cambiamento e viene addirittura consapevolmente ricercata e agevolata. Ogni crisi è un’opportunità per fare dei passi avanti verso una maggiore consapevolezza di Sé.
Occorre privilegiare e valorizzare le risorse che possono emergere da un contesto di crisi, piuttosto che orientarsi alla patologia in un’ottica di rassegnazione. Ponendo la crisi in un’ottica di opportunità di crescita, l’individuo si pone in una prospettiva di miglioramento della propria qualità di vita, nella concezione di un “ben-essere” inteso non come fenomeno statico, ma come realtà dinamica che comporta la mobilitazione di risorse e che tende alla ricerca di condizioni individuali e di forme di relazione soddisfacenti. Il paziente in psicoterapia non è semplicemente un soggetto affetto da qualche patologia che si accontenta di risolvere la sua sofferenza, bensì un soggetto attivo che ricerca il significato del suo dolore attraverso la connessione di significati della sua esperienza di vita.
Ci sono individui che sopravvivono ad eventi fortemente stressanti e traumatici. Esistono cioè delle eccezioni alle tragiche catene intergenerazionali di trasmissione della sofferenza. Tali persone sviluppano dei fattori terapeutici, definiti resilienti. Importanti fattori di resilienza sono per esempio l’introspezione (la capacità di esaminare se stessi), la capacità di prendere una distanza fisica ed emozionale dai problemi senza isolarsi, stabilire buone relazioni con gli altri, buone strategie di coping, creatività, autoironia, la capacità di mettersi in discussione. Intento della psicoterapia è consentire al paziente di scoprire o recuperare queste risorse, affinché il medesimo possa utilizzarle nei momenti di crisi e recuperare la condizione di benessere.
Tratto da: “La funzione evolutiva della crisi: dalla terapia alla ricerca”, Rivista di Psicologia clinica n° 1 del 2011. www.rivistadipsicologiaclinica.it
di Dario Sepe, Adriana Onorati , Maria Pia Rubino, Fortunata Folino.